L’azienda fondata da Carl Pei inverte la rotta dopo le aspre critiche ricevute per l’introduzione di bloatware sul suo nuovo dispositivo entry-level.
In un annuncio ufficiale, il co-fondatore Akis Evangelidis ha confermato che un aggiornamento software, previsto entro la fine del mese, permetterà agli utenti di rimuovere completamente i pacchetti “Meta App Installer”, “Meta App Manager” e “Meta Services”.
Una mossa che segna un passo indietro significativo rispetto alla politica iniziale, che consentiva soltanto la disabilitazione, ma non l’eliminazione definitiva, di questi componenti di sistema.
Una reazione necessaria alle proteste
La decisione di Nothing arriva come risposta diretta al forte malcontento esploso nella sua community di fedelissimi in seguito al lancio del Phone (3a) Lite.
Il dispositivo, il primo nella storia del brand a presentare applicazioni preinstallate, ha rappresentato una netta frattura con la filosofia di “software pulito” che aveva finora caratterizzato i prodotti dell’azienda, conquistando proprio per questo una base di utenti particolarmente sensibile al tema.
Il nuovo smartphone è arrivato sul mercato con TikTok, Instagram e Facebook già presenti, un fatto che molti hanno percepito come un tradimento dei valori fondanti di Nothing.
Le giustificazioni iniziali e la svolta
In un primo momento, Nothing aveva tentato di giustificare la scelta, seppur in apparente contraddizione con la sua immagine pubblica.
L’azienda aveva sostenuto che preinstallare applicazioni che la maggior parte degli utenti scaricherebbe comunque potesse offrire vantaggi prestazionali tangibili.
Tra i benefici promessi figuravano:
- Avvii delle applicazioni più rapidi, con un risparmio fino a 100 millisecondi.
- Una gestione più efficiente della memoria RAM.
- Un minor consumo della batteria.
- Una migliore qualità nelle fotografie scattate con l’utilizzo della fotocamera integrata del telefono.
Tuttavia, queste argomentazioni non sono state sufficienti a placare le polemiche, spingendo l’azienda a un ripensamento che si concretizza con l’annuncio della possibilità di una disinstallazione completa.
La questione irrisolta del “Lock Glimpse”
La marcia indietro sui servizi Meta, seppur importante, non risolve un altro punto altrettanto controverso introdotto con il Phone (3a) Lite: la funzione “Lock Glimpse”.
Si tratta di un servizio, attivato per impostazione predefinita, che modifica dinamicamente lo sfondo della schermata di blocco, proponendo all’utente link a siti web e articoli di notizie non richiesti.
Questa mossa, percepita da molti come una forma di pubblicità intrusiva, ha generato ulteriore frustrazione tra gli utenti, che ora chiedono a Nothing di intervenire anche su questo fronte.
Sebbene la funzione sia disattivabile, il fatto che sia attiva in automatico all’accensione del dispositivo ha contribuito ad alimentare le critiche.
Il nuovo servizio di raccomandazione app
Oltre alla questione Meta, Nothing ha confermato l’introduzione di un nuovo servizio di raccomandazione per le applicazioni.
Questo verrà mostrato esclusivamente durante la fase di configurazione iniziale del telefono e, secondo l’azienda, potrà essere sia saltato che disabilitato completamente dall’utente.
Questa aggiunta sembra essere un tentativo di trovare un compromesso accettabile tra le esigenze di monetizzazione tipiche del segmento budget e le richieste di trasparenza e controllo da parte degli utenti.
La decisione di permettere la rimozione completa dei servizi Meta rappresenta, al di là dei tecnicismi, un’importante vittoria per la community.
Dimostra che Nothing, nonostante un passo falso, rimane un’azienda ancora in ascolto della sua base di fan, pronta a correggere la rotta quando necessario per onorare, almeno in parte, la promessa di un’esperienza Android più pura e rispettosa dell’utente che l’ha resa celebre.
