Dopo anni di netti rifiuti, Apple starebbe finalmente sviluppando un MacBook Pro con schermo touch, un cambiamento epocale dettato dalla flessione delle vendite dell’iPad e dalla necessità di rilanciare la crescita della linea Mac. Secondo le anticipazioni dell’analista Mark Gurman nella sua newsletter Power On, l’azienda di Cupertino sta attivamente lavorando a un MacBook Pro M6 con touchscreen, segnando l’ultimo capitolo di una strategia consolidata: denigrare pubblicamente una tecnologia emergente per poi adottarla quando questa diventa inevitabile per mantenere la competitività. Questo approccio, che Gurman definisce un comportamento ricorrente, è stato applicato in passato a prodotti come l’intelligenza artificiale, inizialmente liquidata come un fenomeno transitorio e oggi al centro dello sviluppo di Apple Intelligence.
La storia di Apple è costellata di inversioni a U su tecnologie che aveva precedentemente criticato. Gurman, noto giornalista di Bloomberg, ricorda diversi casi emblematici in cui l’azienda ha radicalmente cambiato opinione per non rimanere tagliata fuori dal mercato. Tra i prodotti e i servizi che hanno seguito questo percorso vi sono:
- Lo stilo, inizialmente considerato superfluo e poi integrato come Apple Pencil.
- I servizi di streaming musicale, osteggiati prima del lancio di Apple Music.
- I visori per la realtà virtuale e aumentata, un settore oggi coperto da Apple Vision Pro.
- Il supporto allo standard di messaggistica RCS, a lungo ignorato e ora in fase di implementazione.
Questa flessibilità strategica dimostra come il pragmatismo commerciale prevalga spesso sulle posizioni ideologiche iniziali.
Da “Idea Sciocca” a Opportunità Commerciale
In passato, sia il compianto fondatore Steve Jobs che l’attuale amministratore delegato Tim Cook non hanno usato mezzi termini per definire l’ipotesi di un Mac con schermo touch “un’idea piuttosto sciocca”. Tuttavia, il contesto di mercato è profondamente mutato. La motivazione principale dietro questa storica inversione di rotta è di natura commerciale: per anni, un MacBook touch è stato visto come un prodotto cannibalizzante che avrebbe potuto erodere le vendite dell’iPad. Oggi, con le vendite del tablet in fase di difficoltà prolungata, quella stessa innovazione non rappresenta più una minaccia interna, bensì una concreta opportunità per rinvigorire l’appeal della linea Mac e catturare una nuova fascia di utenti.
La convergenza tra le piattaforme Mac e iPad non è un caso isolato, ma il risultato di precise scelte ingegneristiche e software. I due dispositivi condividono ormai la stessa architettura di processori Apple Silicon, che garantisce prestazioni di alto livello su entrambi i fronti. Inoltre, con l’imminente uscita di iPadOS 26, Apple ha volutamente reso l’esperienza d’uso del suo tablet più affine a quella di un computer tradizionale, introducendo un desktop più strutturato e un controllo più fine delle applicazioni. Questa unificazione progressiva delle due piattaforme prepara il terreno per l’arrivo di un MacBook Pro in grado di offrire la versatilità del touch, accettando il fatto che un simile ibrido avrebbe un grande appeal per professionisti e creativi.
L’eventuale lancio di un MacBook Pro touchscreen rappresenterebbe non solo un adattamento alle esigenze del mercato, ma anche un riconoscimento del fatto che le barriere tra differenti categorie di dispositivi sono sempre più labili. In un panorama tecnologico in continua evoluzione, la capacità di Apple di rivedere le proprie posizioni, sebbene a volte tardiva, rimane un elemento cruciale per la sua sopravvivenza e il suo successo a lungo termine.