Un’analisi approfondita del codice dell’applicazione Google Maps, condotta tramite un cosiddetto APK teardown, ha svelato lo sviluppo di una nuova e significativa funzionalità: un tasto “Ask Maps”.
Questo pulsante, posizionato strategicamente nella schermata principale, promette di rivoluzionare l’esperienza di ricerca sfruttando l’intelligenza artificiale conversazionale di Gemini, il modello avanzato di Google.
La scoperta, effettuata nella versione beta 25.41.03.815390258 dell’app, indica una chiara direzione verso un’interazione più naturale e contestuale, trasformando la classica ricerca per parole chiave in un vero e proprio dialogo con le mappe.
L’interfaccia e il posizionamento del nuovo tasto
Il nuovo tasto “Ask Maps” non passa inosservato.
Secondo quanto emerso dall’esame del codice, il suo posizionamento è studiato per essere immediatamente accessibile all’utente.
Compare infatti direttamente sulla schermata principale di Google Maps, situato appena sotto la tradizionale barra di ricerca e prima delle schede di categoria predefinite come “Ristoranti” o “Benzinai”.
Questa collocazione prominente suggerisce che Google intenda dare a questa funzionalità un ruolo centrale nell’esperienza d’uso futura dell’applicazione.
La selezione del tasto non avvia una ricerca standard, ma attiva un pannello che si solleva dal basso dello schermo.
L’estetica di questo pannello richiama da vicino l’interfaccia pulita e minimalista dell’app dedicata a Gemini, segnando una forte integrazione visiva e funzionale tra i due prodotti.
Come funziona l’interazione conversazionale
Una volta attivato il pannello di Ask Maps, l’utente si trova di fronte a un’interfaccia progettata per facilitare la conversazione.
Nella parte superiore sono presenti le icone per avviare la ricerca e per chiudere la schermata.
La sezione inferiore, invece, è dedicata all’interazione vera e propria.
Qui, un carosello dinamico propone una serie di suggerimenti automatici con esempi pratici di richieste che si possono formulare.
Alcuni esempi rinvenuti nel codice includono domande come “ristoranti che servono cocktail e spuntini” o “cose interessanti da fare questo fine settimana nella mia zona”.
Completa il tutto una casella di testo affiancata da un’icona a forma di microfono, che conferma la possibilità di effettuare ricerche sia digitando la domanda sia utilizzando il comando vocale.
Questa duplice opzione rende la funzione estremamente flessibile e adatta a diverse situazioni d’uso, che si sia alla guida o semplicemente in movimento.
Stato di sviluppo e prime prove tecniche
Nonostante la funzione non sia stata annunciata ufficialmente, i test preliminari indicano che Ask Maps è già parzialmente operativa, sebbene si trovi ancora in una fase di raffinamento.
Durante una prova, una domanda fattuale come “qual è la montagna più alta del Giappone” ha restituito una risposta corretta, visualizzando il Monte Fuji sulla mappa e fornendo informazioni correlate.
Tuttavia, lo stesso test ha rivelato alcuni bug, come la ripetizione consecutiva della stessa risposta all’interno del pannello.
Problemi più consistenti sono emersi con richieste di natura diversa: in alcuni casi, la mappa riesce a mostrare i luoghi pertinenti alla domanda dell’utente, ma il pannello inferiore non è in grado di elencarli in formato testuale.
Questi intoppi sono tipici delle funzioni in sviluppo e sottolineano come il team di Google stia ancora lavorando per garantire stabilità e coerenza nelle risposte.
La strategia di Google: verso mappe più intuitive e contestuali
L’introduzione di Ask Maps rappresenta un passo avanti cruciale nella visione di Google per il futuro della navigazione e della scoperta dei luoghi.
L’obiettivo è chiaramente quello di superare il paradigma della ricerca per parole chiave, spesso rigida e poco espressiva, a favore di un’interazione dinamica e basata sul linguaggio naturale.
Integrando profondamente i modelli di intelligenza artificiale di Gemini all’interno di Google Maps, la piattaforma non si limita più a trovare un luogo, ma comprende l’intento e il contesto della richiesta.
Ciò permetterà agli utenti di porre domande complesse e articolate, proprio come farebbero con un assistente umano, ottenendo risultati che considerano multiple variabili in simultanea.
È importante ricordare che le funzionalità scoperte tramite l’analisi del codice sorgente sono di natura sperimentale.
La loro esistenza non è stata confermata ufficialmente da Google e il loro rilascio al pubblico rimane incerto, soggetto a modifiche o addirittura all’annullamento del progetto.
Tuttavia, lo sviluppo di Ask Maps segnala in modo inequivocabile la direzione intrapresa dall’azienda: un ecosistema di servizi sempre più interconnesso e guidato dall’intelligenza artificiale conversazionale, con l’obiettivo di rendere la tecnologia più intuitiva e profondamente integrata nella vita quotidiana.