A poche ore dal lancio degli iPhone 17 e iPhone Air, il mondo della tecnologia assiste a un nuovo episodio della rivalità tra colossi. Google, tramite il suo account YouTube “Made by Google”, ha pubblicato una clip di circa un minuto dal titolo significativo: “Gap Generazionale”.
Il video, parte della saga #BestPhonesForever, mette direttamente a confronto le capacità di intelligenza artificiale di un Pixel 10 Pro e di un iPhone Pro. Lo spot si inserisce in un momento di fervente competizione, subito dopo gli sfottò di CMF (Nothing) rivolti alla nuova colorazione arancione degli iPhone 17 Pro.
Protagonisti del simpatico ma spietato confronto sono i due smartphone. L’iPhone Pro, riconoscibile solo dal caratteristico gruppo di fotocamere posteriori lasciato scoperto da una custodia protettiva, viene ritratto in netta difficoltà. Le intenzioni di Google sono chiare: dimostrare la superiorità del proprio ecosistema AI, Gemini, rispetto a quello di Apple.
Lo spot: galline cantanti e tartarughe d’ufficio
La narrazione dello spot è semplice ma efficace. L’iPhone tenta goffamente, e senza successo, di far cantare delle galline in un video. Il Pixel 10 Pro, al contrario, ci riesce in un istante (“in un amen”, come sottolinea il video) sfruttando la potenza di Gemini, e in particolare del modello Veo, per la generazione di video.
Sconfitto e apparentemente sconfortato, l’iPhone chiede al Pixel se un altro video visionato in precedenza – quello di tartarughe intente a lavorare in un ufficio – fosse stato creato con lo stesso “trucchetto”. La conferma del Pixel getta l’iPhone in uno stato di ulteriore disappunto, sottolineando il divario prestazionale percepito da Google.
Il messaggio finale è netto: il segreto del Pixel risiede nell’intelligenza artificiale di Gemini Pro, offerta gratuitamente per un intero anno con l’acquisto di un Pixel 10 o di un Pixel 10 Pro XL. Un abbonamento che, come specificato da Google, ha un valore di mercato di 263 euro, un vero e proprio valore aggiunto per incentivare l’acquisto.
Una strategia di marketing aggressiva e mirata
La mossa di Google non è isolata ma rappresenta una strategia di marketing sempre più aggressiva e diretta. Prendere di mira il competitor principale nel giorno del suo lancio più importante è una scelta audace, che mira a catturare l’attenzione del pubblico e dei media, deviandola parzialmente dalle novità Apple.
Questo tipo di pubblicità comparativa, sebbene comune nel marketing statunitense, sta diventando sempre più frequente anche nel settore tech. Lo scopo è duplice: da un lato, erodere la percezione di invincibilità e innovazione del brand rivale; dall’altro, posizionare chiaramente il proprio prodotto come tecnologicamente più avanzato in ambiti specifici, in questo caso l’AI generativa.
L’accento sul “gap generazionale” vuole suggerire che Google guarda al futuro, mentre Apple sarebbe rimasta indietro, ancorata a una generazione tecnologica superata. È una narrazione potente, soprattutto per un pubblico di early adopter e appassionati sempre in cerca dell’innovazione più recente.
Il valore dell’offerta: Gemini Pro gratis per un anno
Google non si limita alla presa in giro ma accompagna la provocazione con un’offerta concreta. L’inclusione gratuita per 12 mesi di Gemini Pro rappresenta un incentivo economico non trascurabile. Con un valore di 263 euro, questa promozione abbassa efficacemente il costo d’ingresso per possedere un flagship Google all’avanguardia.
Gemini Pro è il cuore dell’esperienza AI sui Pixel 10, abilitando funzionalità avanzate di elaborazione del linguaggio naturale, generazione di contenuti e, come mostrato nello spot, creazione e editing video evoluti. Mettere questo potenziale nelle mani degli utenti senza costi aggiuntivi iniziali è una mossa astuta per dimostrare sul campo i vantaggi della piattaforma.
La battaglia tra questi giganti tecnologici si gioca ormai sempre meno sull’hardware – dove le differenze si assottigliano – e sempre più sul software e sui servizi integrati. L’intelligenza artificiale è il nuovo, grande campo di battaglia, e Google sta chiaramente cercando di prendere il largo, usando il marketing diretto come un’arma per accelerare il processo.